Impianti chimico fisici per la depurazione delle acque reflue
Sono progettati per trattare le acque reflue altamente inquinate ed in genere scarsamente biodegradabili derivate da lavorazioni industriali come:
- stazioni di servizio
- autolavaggi
- officine meccaniche
- autodemolitori
- ceramiche
- tintorie
- aziende di verniciatura
- aziende galvaniche
L’ impianto sotto è un flottatore: un impianto chimico-fisico utilizzato per il trattamento delle acque reflue proveniente da aziende dell’industria alimentare. Più nel dettaglio da stabilimenti come salumifici, pastifici, industrie dolciarie o conserviere che producono acque reflue assimilabili alle domestiche.
Il flottatore separa fisicamente l’inquinante dall’acqua di processo: l’inquinante flotta, cioè sale a galla, e viene asportato tramite uno strumento che si chiama racla. L’acqua pulita viene reimmessa nel processo produttivo o scaricata a norma di legge.
Gli impianti chimico fisici sono costituiti da:
- Comparto di equalizzazione e pompaggio del refluo al processo depurativo
- Comparto di correzione pH
- Comparto di flocculazione, miscelazione e decantazione
- Comparto di filtrazione del chiarificato mediante filtri a sabbia e/o carboni attivi
- Comparto di raccolta fanghi da smaltire
La separazione degli inquinanti tramite polielettrolita
Il trattamento delle acque in un impianto chimico-fisico può essere coadiuvato da un polielettrolita.
Che cos’è un poliettrolita?
È una sostanza composta da polimeri ed elettroliti idrosolubili che reagisce nell’acqua aggregandosi alle sostanze inquinanti presenti. In questo modo le separa dall’acqua aiutando l’impianto e aumentandone la capacità depurativa.
Un sistema di dosaggio completa l’impianto di trattamento chimico-fisico.
In laboratorio si definiscono le caratteristiche dell’acqua da trattare.
La pompa dosatrice regola il flusso del polielettrolita in funzione delle caratteristiche e della qualità di queste acque.
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